IL SISTEMA UNIVERSITARIO
Avviata in forma sperimentale da alcuni Atenei nell'anno accademico 2000-2001 (partecipe anche l'Università di Torino), la riforma del sistema universitario nazionale è entrata a pieno regime in tutte le Università italiane nell'anno accademico 2001-2002.
Questa pagina riporta le informazioni essenziali per capire come è strutturato il sistema universitario. Per approfondire il quadro normativo di riferimento sono disponibili: il Decreto Ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270 “Modifiche al regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509” la Legge 2 agosto 1999, n. 264 “Norme in materia di accessi ai corsi universitari”
Corsi di studio di I, II e III livello
La nuova articolazione e organizzazione dei corsi di studio universitari rappresenta una delle innovazioni più importanti introdotte dalla riforma. Fino a qualche anno fa, gli studi universitari erano articolati su un unico livello, della durata di quattro, cinque o sei anni. Al termine di questo percorso gli studenti conseguivano la laurea.
Con l'avvio della riforma i corsi di studio universitari sono stati articolati su tre livelli fondamentali:
un primo livello al termine del quale si ottiene la laurea;
un secondo livello al termine del quale si ottiene la laurea magistrale/specialistica;
un terzo livello per la formazione post-laurea (scuole di specializzazione, dottorati di ricerca, ecc.).
La durata dei corsi di studio è misurata in crediti formativi universitari (CFU), che sono rispettivamente 180 per le lauree di primo livello e 120 per le lauree magistrali/specialistiche.
A questi due fondamentali livelli di studio si legano a loro volta ulteriori percorsi formativi e/o professionalizzanti finalizzati a sviluppare ulteriormente le conoscenze, le competenze e le abilità acquisite con la laurea o con la laurea specialistica/magistrale: i master, che hanno un carattere prevalentemente professionalizzante e che possono essere di primo o di secondo livello (che possono cioè essere frequentati rispettivamente dopo la laurea e dopo la laurea specialistica/magistrale), le scuole di specializzazione e i dottorati di ricerca.
Vanno segnalate alcune importanti eccezioni rispetto a questo schema, ossia le lauree magistrali a ciclo unico: Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, Farmacia, Giurisprudenza, Medicina Veterinaria, Odontoiatria e Protesi Dentaria (che durano cinque anni), Medicina e Chirurgia (che dura sei anni), Scienze della Formazione Primaria (corso quinquennale).
Crediti formativi universitari
Il sistema dei crediti permette di misurare e quindi razionalizzare la quantità di lavoro di apprendimento dello studente (piano di studio/carico didattico). Esso affianca - ma non sostituisce - la valutazione qualitativa della preparazione dello studente espressa in trentesimi e in centodecimi per il voto di laurea. Più esattamente il credito formativo universitario (CFU) è la misura della quantità di lavoro di apprendimento richiesto a uno studente in possesso di adeguata preparazione iniziale per acquisire le conoscenze e le abilità previste dai singoli corsi di studio. Un credito equivale mediamente a 25 ore di lavoro di apprendimento, tra lezioni in aula, laboratori, esercitazioni, seminari e studio individuale. Per il conseguimento della laurea di primo livello lo studente deve acquisire 180 crediti, per la laurea di secondo livello 120 crediti.
Lo studente può scegliere di anno in anno se iscriversi a tempo pieno o a tempo parziale: per il tempo pieno è tenuto a presentare per ciascun anno accademico un carico didattico (piano di studio) che preveda da un minimo di 37 a un massimo di 80 crediti per il tempo parziale è tenuto a presentare per ciascun anno accademico un carico didattico (piano di lavoro) che preveda da un minimo di 20 a un massimo di 36 crediti
Le due tipologie di impegno didattico prevedono un diverso ammontare complessivo delle tasse universitarie. (dal sito www.unito.it)